A dimostrazione della rapida evoluzione che la dichiarazione non finanziaria sta avendo in Europa, il 14 dicembre 2022 è stata pubblicata dal Parlamento Europeo la DIRETTIVA (UE) 2022/2464, ribattezzata con l’acronimo CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) , che va a modificare e sostituire la precedente direttiva NFRD. L’entrata in vigore della CSRD è avvenuta il 5 gennaio 2023.
Direttiva (UE) 2022/2464 – CSRD
La nuova direttiva, così come la precedente NFRD, prevede per una serie di soggetti l’obbligo di stesura annuale del bilancio di sostenibilità, da presentare assieme al bilancio d’esercizio.
Il bilancio di sostenibilità, con l’obbiettivo primario di rendicontare gli impatti aziendali nelle tre dimensioni ESG (Environmental, Social, Governance), rappresenta anche un importante documento informativo e strategico a favore degli stakeholder (consumatori, investitori, fornitori ecc.): per questo motivo, sempre più realtà decidono di redigerlo volontariamente, pur non essendo soggette all’obbligo.
Le novità introdotte dalla CSRD riguardano non soltanto l’estensione del perimetro di applicazione, ma anche la standardizzazione delle linee guida per la rendicontazione e l’introduzione del processo di “assurance” (verifica) obbligatorio da parte di enti terzi accreditati.
Chi è soggetto alla direttiva CSRD?
Le imprese e gli enti interessati dalla nuova direttiva sono circa 49 mila, quasi 5 volte il numero di quelle soggette alla NFRD; nel dettaglio i soggetti obbligati alla redazione del bilancio di sosteniblità sono:
- I grandi enti di interesse pubblico (già soggetti alla NFRD) con un numero medio di dipendenti maggiore o uguale a 500 e abbiano almeno uno stato patrimoniale maggiore di 20 milioni di euro o dei ricavi netti nel corso dell’anno maggiori di 40 milioni;
- Le grandi imprese con più di 250 dipendenti e che abbiano superato nel corso dell’anno almeno uno dei seguenti valori: stato patrimoniale > 20 mln € o ricavi netti > 40 mln €;
- Tutte le società quotate sui mercati UE, a prescindere dalla dimensione (sono escluse unicamente le microimprese con meno di 10 dipendenti);
- Le società extracomunitarie che hanno un fatturato di oltre 150 milioni all’interno del nostro continente.
Bilancio di sostenibilità scadenze per la presentazione
La nuova disciplina sulla rendicontazione di sostenibilità si applicherà gradualmente in funzione della struttura e delle dimensioni delle imprese interessate; in particolare:
- Dal 1° gennaio 2024 (dichiarazione non finanziaria pubblicata nel 2025) per i grandi enti di interesse pubblico già soggetti alla NFRD.
- Dal 1° gennaio 2025 (dichiarazione pubblicata nel 2026) per le grandi imprese con più di 250 dipendenti e con uno stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro o ricavi netti per un valore maggiore a 40 milioni di euro.
- Dal 1° gennaio 2026 (dichiarazione pubblicata nel 2027) per tutte le PMI quotate. Tuttavia, per quest’ultime c’è la possibilità di posticipare di due anni l’adempimento fino all’esercizio del 2028.
- Dal 1° gennaio 2028 (pubblicazione nel 2029) per le imprese extra-EU che generano in Europa un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro e che hanno almeno una o più filiali nel territorio UE.
I nuovi standard europei
La seconda importante novità introdotta riguarda l’introduzione di un nuovo standard di rendicontazione Europeo. A luglio 2023 la CE ha emanato ufficialmente il primo set degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), ovvero le linee guida comuni e obbligatorie a tutti i soggetti interessati dalla CSRD.
La commissione europea ha dichiarato che l’obbiettivo che si vuole raggiungere attraverso l’adozione di un unico standard di riferimento è quello di garantire una maggiore coerenza, trasparenza e affidabilità dei contenuti delle dichiarazioni, riducendo nel lungo periodo i costi delle rendicontazioni e fornendo una disclosure comprensiva di tutte e tre le tematiche ESG. (CE, 2023)
Grazie alla collaborazione con EFRAG, ovvero l’European Financial Reporting Advisory Group (organismo consultivo indipendente finanziato dall’UE), la Commissione ha cercato di mantenere un buon allineamento tra gli ESRS e gli standard internazionali di rendicontazione più diffusi, quali il Global Reporting Initiative (GRI) e l’International Sustainability Standards Board (ISSB), al fine di garantire un buon grado di interoperabilità e comparabilità tra gli standard dell’UE e quelli globali.
Il primo set di standard è già in vigore dal 1° gennaio 2024 per le dichiarazioni relative all’anno di bilancio 2024 e comprende 12 ESRS:
GROUP | NUMBER | SUBJECT |
Cross-cutting | ESRS 1 | General Requirements |
Cross-cutting | ESRS 2 | General Disclosures |
Environment | ESRS E1 | Climate |
Environment | ESRS E2 | Pollution |
Environment | ESRS E3 | Water and marine resources |
Environment | ESRS E4 | Biodiversity and ecosystems |
Environment | ESRS E5 | Resource use and circular economy |
Social | ESRS S1 | Own workforce |
Social | ESRS S2 | Workers in the value chain |
Social | ESRS S3 | Affected communities |
Social | ESRS S4 | Consumers and end users |
Governance | ESRS G1 | Business conduct |
L’ESRS 1 stabilisce i principi generali da applicare quando si effettua la rendicontazione, mentre l’ESRS 2 specifica le informazioni generali essenziali da comunicare. Questi due primi standard sono obbligatori per tutte le società soggette alla CSRD.
I 10 standard rimanenti sono soggetti all’analisi di materialità, dalla quale la società riporterà solo le informazioni rilevanti e potrà omettere quelle non rilevanti; sono così suddivisi:
- 5 ESRS per la dimensione ambientale: cambiamento climatico, inquinamento, risorse acquatiche, biodiversità e risorse
- 4 ESRS per la dimensione sociale: forza lavoro interna, lavoratori nella catena del valore, comunità influenzate, consumatori e utenti
- 1 ESRS per la dimensione di governance: condotta aziendale
Sono in via d’approvazione anche una serie di standard semplificati per le dichiarazioni volontarie di piccole e medie imprese, non soggette a CSRD.
[A cura di: Dott. Andrea Lana – Syrios Srl]