Campi elettromagnetici: quali rischi per i bambini?

  • Che cosa sono i campi elettromagnetici?
  • Quali i rischi documentati?
  • Come limitare l’esposizione?

I campi elettromagnetici (CEM) sono presenti praticamente ovunque. In aggiunta, i bambini hanno una attrazione molto forte per alcuni oggetti che (come noto) sono sorgenti di CEM, quali tablet e smartphone.

Possono essere di origine naturale, ad esempio il campo magnetico terrestre, oppure possono essere generati da sorgenti artificiali. Negli ultimi anni i CEM di origine artificiale si sono enormemente diffusi a causa dell’importante progresso tecnologico verificatosi. L’aumento dell’inquinamento ambientale determinato dai CEM è sostanzialmente riconducibile a due tipologie principali di infrastrutture: gli elettrodotti ad alta tensione e gli impianti per la telecomunicazione. I primi irradiano CEM a bassa frequenza, generalmente a 50 Hz, i secondi emettono CEM a radiofrequenza (3 kHz – 300 GHz).

L’enorme diffusione delle tecnologie sopra citate ha fatto sì che la preoccupazione dell’opinione pubblica a riguardo dei potenziali effetti negativi legati ai CEM sia aumentata sensibilmente.

Secondo una ricerca condotta dall’UE nel 2010, infatti, circa i due terzi della popolazione europea è convinta che l’esposizione a CEM emessi da linee ad alta tensione e dai cellulari abbia effetti negativi sulla salute. In particolare, le preoccupazioni maggiori vengono destate dai potenziali effetti negativi sui bambini.

Bimbi e cellulare

I bambini, fin dai loro primi anni di vita, risultano esposti principalmente ai livelli ambientali di fondo dovuti alle emissioni da antenne (radiotelevisive e per la telefonia mobile) e da elettrodotti. A livello residenziale, i bambini possono essere esposti anche a tutte le tecnologie di comunicazione senza fili presenti in ambito domestico: wi-fi, cordless, cellulari. Anche i “baby phones” e i “baby monitor”, utilizzati dai genitori per controllare a distanza i bambini quando stanno dormendo o si trovano in un’altra stanza, possono esporre a CEM.

A proposito dei telefonini, secondo uno studio condotto nel 2017 dal “Centro per la Salute del Bambino Onlus” di Trieste, in Italia un bambino su cinque entra in contatto con il cellulare entro il primo anno di vita e l’80% dei bambini tra i 3 e i 5 anni di età è in grado di utilizzare il cellulare dei genitori. In considerazione di tali dati è giustificabile la crescente preoccupazione dell’opinione pubblica a riguardo dei potenziali effetti negativi sui bambini.

Quali effetti negativi sui bambini?

In termini di effetti, è importante chiarirlo, esistono tesi contraddittorie, quindi tutt’altro che chiare e univoche.

Secondo gli studi epidemiologici e sperimentali condotti dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ad oggi non è ancora dimostrata l’associazione tra l’esposizione a CEM e l’aumento dell’insorgenza di tumori nei bambini (e nemmeno negli adulti).

Tuttavia, una delle più complete ed esaustive valutazioni degli effetti dell’esposizione a radiofrequenze sulla salute degli animali esposti mai realizzata sino a questo momento, condotta dal National Toxicology Program (NTP) statunitense (vedi) ha evidenziato nei ratti un incremento del rischio di schwannoma cardiaco (una rara forma di tumore del cuore), di glioma (tumore al cervello) e feocromocitoma (tumore della ghiandola surrenale), in seguito all’esposizione a CEM a radiofrequenze simili a quelli a cui siamo esposti nell’ambiente tutti i giorni. I risultati, secondo chi ha realizzato gli studi, non possono tuttavia essere riportati all’esposizione di esseri umani poichè negli studi effettuati ratti e topi hanno ricevuto radiazioni in radiofrequenza su tutto il corpo; al contrario, le persone sono per lo più esposte in specifici tessuti locali vicino a dove tengono il telefono. Inoltre, i livelli di esposizione e le durate dei nostri studi erano maggiori di quello che le persone sperimentano. Però, come dire, sarebbe stato preferibile non rilevare alcun effetto.

Alcune attività, però, come le lunghe telefonate attraverso i cellulari o i cordless, possono (secondo alcune fonti) provocare degli effetti negativi intracranici, ad esempio glioma (tumore del sistema nervoso della testa) e neurinoma del nervo acustico, in quanto l’esposizione risulta essere localizzata nell’area della testa, ma limitatamente alle lunghe esposizioni. (vedi)

A tal proposito, nel maggio 2011 la IARC ha inserito i CEM a radiofrequenza (tra cui quelli emessi dai telefoni cellulari) nel gruppo 2B, il gruppo degli agenti possibilmente cancerogeni.

Uno dei principali effetti biologici determinati dai CEM sul corpo umano (radiofrequenze – es. cellulari) è il riscaldamento dei tessuti. Fortunatamente i livelli ai quali siamo esposti abitualmente sono troppo bassi per poter provocare un riscaldamento significativo.

Alcuni studi hanno dimostrato che la quantità di energia assorbita dalla testa di un bambino durante una telefonata risulta essere addirittura superiore del 153% rispetto a quella assorbita da un soggetto adulto. Pertanto, l’utilizzo del telefonino da parte dei bambini per effettuare le chiamate potrebbe esporli maggiormente a rischi rispetto ad un adulto.

Sempre a proposito dei potenziali effetti negativi sui bambini, un’indagine nel National Cancer Institute (USA) ha evidenziato che il rischio di leucemia infantile aumenta in caso di esposizione a CEM di intensità superiore a 0,4 µT. Tale condizione non si verifica frequentemente nella vita quotidiana, tuttavia valori superiori a 0,4 µT si possono riscontrare ad esempio in abitazioni poste al di sotto di tralicci dell’alta tensione, a brevi distanze.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMF) nel 2014 in questa scheda scrive: “While an increased risk of brain tumors is not established, the increasing use of mobile phones and the lack of data for mobile phone use over time periods longer than 15 years warrant further research of mobile phone use and brain cancer risk. In particular, with the recent popularity of mobile phone use among younger people, and therefore a potentially longer lifetime of exposure, WHO has promoted further research on this group. Several studies investigating potential health effects in children and adolescents are underway.

Siccome l’uso dei telefoni cellulari è diffuso solo negli ultimi 15 anni, sono necessarie ulteriori ricerche per verificare gli effetti di lungo periodo, in particolare in relazione alla recente forte diffusione dello smartphone anche tra le giovani generazioni.

Si potrebbe aggiungere: “chi ha orecchi…”.

No al panico, si alla prudenza

Sebbene quella sopra riportata non possa evidentemente costituire una trattazione completa ed esaustiva, occorre precisare che la maggior parte dei ricercatori della comunità scientifica concorda sul fatto che attualmente non vi sono ad oggi prove convincenti a favore di una correlazione diretta tra l’esposizione a CEM e l’insorgenza di problemi alla salute dei bambini. Sono tuttavia ancora in corso moltissime ricerche per studiare l’eventuale correlazione.

In che modo limitare l’esposizione?

In qualunque valutazione dei rischi di esposizione, che si tratti di agenti chimici o fisici (quali rumore, vibrazioni, radiazioni o – appunto – campi elettromagnetici) sono due i fattori chiave che entrano in gioco:

  • entità dell’esposizione (livello);
  • durata dell’esposizione.

Forse nessuno, ad oggi, è stato esposto fin dalla più tenera età come lo saranno i nostri figli. Significativa in questo senso l’affermazione dell’OMS sopra riportata.

Di fronte a tutti i dubbi evidenziati, senza dover incorrere in eccessive preoccupazioni, a nostro giudizio il principio di precauzione dovrebbe essere d’obbligo.

Nonostante le conoscenze scientifiche disponibili attualmente non indichino che i bambini siano maggiormente suscettibili a CEM rispetto agli adulti, iniziare ad utilizzare il telefono fin dalla tenera età significa che gli adulti di domani avranno durate di esposizione nettamente superiori rispetto a quelle degli adulti di oggi.

Considerando che i cellulari, gli smartphone e i cordless possono esporre ad una quantità di radiazioni maggiore quando utilizzati a contatto diretto con la testa, in un’ottica preventiva sarebbe bene limitare l’utilizzo da parte dei bambini esclusivamente a quelle attività che non richiedono una vicinanza al corpo e solo per periodi di breve durata.

Se si decide di far utilizzare lo smartphone ai bambini sarebbe buona norma metterlo sempre in modalità aereo/offline, poiché in questo modo non emettono onde radio.

Concludiamo con un decalogo di indicazioni, tratte dal pieghevole “Rischi connessi all’uso di smatphone, tablet, pc portatili…” pubblicato nel 2018 da Regione Lombardia, valido sia per i bambini ma anche per gli adulti:

  1. utilizzare il viva-voce o gli auricolari per effettuare le chiamate;
  2. preferire l’invio di messaggi alle chiamate;
  3. non farsi distrarre dallo smartphone mentre si è alla guida, si pedala o si cammina;
  4. limitare l’utilizzo dello smartphone in automobile o su un mezzo in movimento (es. treno) per evitare l’esposizione ad un campo elettromagnetico maggiore;
  5. evitare di portare lo smartphone nelle tasche dei pantaloni o della camicia;
  6. non tenere lo smartphone in carica sul comodino durante la notte;
  7. non addormentarsi con il cellulare acceso sotto il cuscino né troppo vicino;
  8. preferire l’utilizzo del telefono fisso tutte le volte che è possibile;
  9. non lasciare che i bambini utilizzino lo smartphone come un giocattolo se non è stato messo in modalità aereo;
  10. scegliere uno smartphone caratterizzato dal minor tasso di assorbimento specifico (SAR).

[a cura di: Ing. Davide Marcheselli, Dott. Matteo Melli – Syrios Srl]


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