Si parla troppo poco di legionellosi, soprattutto in ambito occupazionale. I lavoratori più esposti? Addetti alla manutenzione degli impianti di condizionamento, addetti al lavaggio di parti meccaniche nelle industrie automobilistiche, addetti alle vasche di raffreddamento e lavaggio di prodotti vegetali; per citarne alcuni. Servono sistemi di prevenzione basati su una valutazione del rischio costantemente aggiornata.
Rischio legionella e ambienti di lavoro
E’ di pochi giorni fa la notizia del contagio di sei persone a Bresso, una cittadina lombarda, e della morte di una di loro proprio a causa di questo microrganismo. La legionellosi è ancora una patologia poco conosciuta, soprattutto in ambito occupazionale; spesso diventa argomento di discussione quando si accendono nuovi focolai e viene affrontata solo nel momento in cui diventa una vera e propria emergenza.
Conoscere le cause, gli ambienti a rischio, le modalità di trasmissione rientra in un’ottica di prevenzione che ha tra i suoi obiettivi la progettazione, la pianificazione consapevole e l’azione per eliminare o ridurre le condizioni che possono minare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Come si manifesta?
La legionellosi è un’infezione causata dal batterio Legionella Pneumophila, che origina una forma di polmonite nota come Morbo del Legionario e colpisce soprattutto gli anziani, i fumatori e i pazienti con patologie polmonari pregresse. I sintomi? Cefalee, dolori muscolari e addominali, diarrea e tosse secca. Nel giro di alcuni giorni si sviluppa la polmonite che, se non curata può portare a gravi disturbi respiratori e potenzialmente alla morte per lesioni polmonari irreversibili.
Come si trasmette?
La legionellosi è acquisita per via respiratoria mediante inalazione di aerosol contenente legionelle o di particelle di polvere da esso derivate per essiccamento.
I principali sistemi a rischio sono rubinetti, nebulizzatori per lavandini, vasche e docce, tubazioni in genere, boiler e serbatoi di accumulo, impianti di condizionamento, torri di raffreddamento, vasche idromassaggio, fontane decorative, piscine, etc.
Il batterio, che non è necessariamente pericoloso per gli essere umani, diventa nocivo se associato ad altri fattori:
· temperatura dell’acqua dai 25 ai 45°C all’interno delle tubazioni e dei preparatori d’acqua calda;
· presenza nell’acqua di batteri, sali naturali, alghe (in grado di offrire protezione ai microrganismi), scorie, ioni di calcare , ferro, magnesio;
· accumulo di depositi provenienti dai materiali e la loro corrosione;
· ambiente aerobico.
Quali sono le attività lavorative più a rischio?
Il rischio di acquisire un’infezione è riscontrabile in tutti gli ambienti di vita e di lavoro con esposizione ad aerosol infettanti ma gli coloro che risultano più esposti sono gli addetti alla pulizia e manutenzione degli impianti di condizionamento e delle torri evaporative, gli addetti alla vendita di vasche per idromassaggio, chi entra in contatto con impianti per il lavaggio di parti meccaniche nelle industrie automobilistiche, con vasche di raffreddamento e lavaggio di prodotti vegetali, con vasche di aereazione per il trattamento di acque reflue, i minatori, i dentisti, i giardinieri, etc.
Come ridurre il rischio?
Partendo dal presupposto che la sola disinfezione non basta, ai fini della prevenzione e controllo della legionellosi è fondamentale attuare altre misure quali, per citarne alcune:
· mantenere l’acqua potabile a temperature che non favoriscano la moltiplicazione della Legionella: inferiore ai 20°C o 60°C;
· almeno una volta l’anno svuotare, pulire e disinfettare, risciacquare serbatoi, scaldabagni e tubature (dotando gli operatori di idonee protezioni);
· sostituire giunti, filtri dei rubinetti e tubi flessibili delle docce usurati;
· controllare eventuali depositi di calcare;
· assicurarsi che eventuali modifiche all’impianto idrico non creino bracci morti o punti con flusso intermittente;
· provvedere alla pulizia, disinfezione e manutenzione degli impianti di condizionamento, delle torri di raffreddamento e dei condensatori evaporativi.
La legionellosi resta ancora una patologia poco conosciuta soprattutto in ambito occupazionale, è dunque indispensabile porre maggiore attenzione nei confronti di questo potenziale rischio, predisponendo adeguate misure di prevenzione basate sull’analisi del rischio, la quale deve essere costantemente aggiornata.
Fonti: www.inail.it www.puntosicuro.it